In vista della giornata mondiale dell’acqua 2024, che ricorre venerdì 24 marzo, Orvieto si prepara mostrando le sue bellezze sotterranee e non solo.
La città dei due pozzi, entrambi inseriti nella prestigiosa Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua dell’UNESCO, approfitta dell’occasione per diventare, proprio in questi giorni, protagonista di diversi appuntamenti mediatici.
A cominciare da martedì 19 marzo, con la tappa orvietana del Road2Tic, spin-off del Terni Influencer&Creator Festival. A gareggiare tra i pozzi orvietani sono stati il travel influencer Milio Mille Miglia, al secolo Simon Emilio Di Betta, l’attore Vittorio Pettinato e l’umbra Jessica Mammoli di “Parto dall’Umbria”. Al Pozzo della Cava i tre giovani hanno prima superato una caccia al tesoro nei sotterranei del complesso archeologico, per poi cimentarsi, nel laboratorio di ceramica, in alcune divertenti sfide di foggiatura a colombino e al tornio e di decorazione sopra-smalto. Tutto questo per realizzare una brocca in maiolica che hanno riempito scendendo in fondo al Pozzo di San Patrizio, sull’altro lato di Orvieto.
Mercoledì 20, invece, i due pozzi sono stati protagonisti di due lunghe interviste al gestore del Pozzo della Cava all’interno della trasmissione Le Casellanti di Isoradio. Si è partiti dalla ricerca dell’acqua per parlare dei rapporti tra Orvieto e i papi nel corso dei secoli, delle festività tradizionali e dei nuovi festival, del duomo e, ovviamente, dei sotterranei. Dalle grotte del quartiere medievale si è passati ad Umbria Jazz Winter e al Concerto di Pasqua trasmesso su RaiUno venerdì santo, citando anche il celeberrimo vino, il dialetto e le ricette tipiche, per concludere dando appuntamento ad una nuova puntata, da realizzare prima dell’arrivo dell’estate.
Si conclude venerdì 22, con un collegamento dal mercato cittadino della trasmissione Vediamoci Chiaro, di TV2000, in onda a partire dalle 10,30. Con Giuseppe Pinetti si andrà alla scoperta non solo dei due pozzi, ma anche dei prodotti che, grazie all’acqua dei fiumi e dei torrenti che scorrono attorno alla rupe, vengono prodotti durante l’anno, con un accenno alle ricette tipiche della Pasqua (e non solo) e al fagiolo secondo del piano, presidio Slow Food tutto orvietano.