2022-2023
IL QUARTO SAGGIO

Presepe nel Pozzo

Il 33° Presepe nel Pozzo ha inaugurato un nuovo ciclo di narrazioni, quello degli “esclusi”, in cui la Natività è raccontata da personaggi che, per vari motivi, non hanno potuto vederla dal vivo.

Per l’edizione 2022-2023 il narratore d’eccezione è stato Artaban, il quarto magio che voleva portare quattro preziosissime perle al Re Bambino annunciato dalla stella.
Si attardò lungo il cammino per aiutare gli altri, rincorse Gesù in Egitto e non riuscì a incontrarlo se non il giorno della sua crocifissione, senza più niente da potergli donare.

Una leggenda persiana rivisitata nello stile delle Natività del Pozzo della Cava con un finale a sorpresa in uno scenario onirico con forti riferimenti alla contemporaneità.
Una nuova sfida per una nuova stimolante e coinvolgente narrazione.

 

Dal 23 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023

Salute a voi.
Mi chiamo Artaban e sono stato uno dei magi dell’antica Persia.
Assieme a tre miei colleghi avevamo studiato gli astri e sapevamo che, nei pressi di Yerushalayim, in Giudea, sarebbe nato un re che avrebbe cambiato il mondo.
Così decidemmo di incamminarci verso la Palestina per assistere all’evento, annunciato da una stella luminosissima.

 

Dovevamo vederci al Tempio delle Sfere per intraprendere il viaggio in quattro, coi nostri doni: Melchior l’oro, simbolo di regalità, Balthazar la mirra, segno di umanità, Gaspard l’incenso, simbolo di divinità, ed io quattro perle giganti, a rappresentare la purezza.
Quattro come i punti cardinali, le stagioni, le fasi lunari e i magi.

Sul cammino che mi conduceva all’appuntamento vidi un incendio in un villaggio. Mi fermai per dare una mano, condivisi con quei poveri contadini le mie provviste e finii per donare loro una delle mie perle, perché potessero venderla e ricostruire le loro capanne. Quando arrivai al tempio, con due giorni di ritardo, gli altri tre magi erano già partiti.

 

Gesù nacque in una stalla vicino Bethlehem, ma, per colpa del mio ritardo, Melchior, Balthazar e Gaspard non giunsero in tempo per vedere l’evento. Quando arrivarono, alcuni pastori raccontarono loro che quella famiglia era partita per ritornare alla propria abitazione.

Intanto la stella era sparita e i tre saggi si recarono al palazzo reale, per chiedere informazioni sulla residenza del nuovo re tanto atteso.
Erode li ospitò con tutti gli onori e chiese loro di studiare ancora le stelle e di comunicargli dove si trovasse questo prodigioso bambino, così che anche lui potesse rendergli omaggio.
Ma i magi non tornarono.

 

La stella si era riaccesa sopra Nazareth. Di sicuro lì avrei trovato il re bambino e incontrato di nuovo gli altri magi.
Lungo il cammino ho visto dei sicari impiccare un debitore insolvente e fare schiavi sua moglie e suo figlio. Dopo una lunga trattativa con gli usurai, riuscii a ricomprare la casa e la libertà di quei due sventurati, ma mi costò un’altra perla.
E avevo di nuovo fatto tardi.

Melchior, Balthazar e Gaspard, seguendo la stella, divenuta più luminosa che mai, giunsero a Nazareth e riuscirono a consegnare i loro doni al piccolo Gesù: oro, incenso e mirra. Per colpa del mio perenne ritardo, le perle non c’erano.

 

Quando arrivai a Nazareth, la famiglia di Gesù era fuggita verso l’Egitto. Si era infatti sparsa la voce che Erode, geloso del nuovo re appena nato, aveva ordinato di uccidere tutti i bambini sotto i due anni.
Mi trattenni in quel villaggio per alcuni giorni per provare a corrompere i soldati, donando un’altra perla in cambio della vita di quanti più neonati potevo.

 

Arrivato in Egitto incontrai un gruppo di donne, fatte schiave e costrette a prostituirsi dai loro padroni. Potevo comprare la loro libertà con l’ultima perla, ma non avrei avuto più nulla da donare al nuovo re.
Perciò mi offrii di lavorare quanto bastasse per renderle libere; per questo fui fatto schiavo e messo a sgobbare nelle saline, dove restai per oltre trent’anni.
Quando mi liberarono, mi diressi subito verso la Giudea, per consegnare l’ultima perla a Gesù, di cui arrivavano spesso racconti fino in Egitto: le sue parabole, l’acqua mutata in vino, le moltitudini sfamate con cinque pani e due pesci, gli storpi risanati, i demoni scacciati…

 

Arrivai a Yerushalayim proprio il giorno in cui Gesù fu condannato.
Gli corsi incontro mentre lo portavano al tempio in catene, volevo dargli la mia perla prima che fosse troppo tardi. Un soldato mi catturò e mi portò subito nelle prigioni. Tentai di corromperlo proprio con quell’ultima perla, ma non ci fu niente da fare; mi rispose che l’indomani mi avrebbero comunque liberato.
Il mio compagno di cella doveva essere crocifisso quello stesso giorno, perché aveva rubato i gioielli di un ricco romano per sfamare i propri figli. Gli donai la mia perla e gli proposi di scambiarci gli abiti. Accettò benedicendomi. Mi sporcai il viso e le guardie caddero nel tranello. Il poveraccio fu liberato il giorno dopo, mentre io fui crocifisso al suo posto.
E così, mentre i suoi apostoli fuggivano e lo rinnegavano, io ero sulla croce accanto a Gesù e potei finalmente parlargli:
«Maestro, ho di nuovo fatto tardi, non ho più nulla da donarti, ma ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno!»
«In verità ti dico: oggi sarai con me in Paradiso, perché ogni volta che hai speso le tue perle e le tue fatiche per aiutare qualcuno dei miei fratelli più piccoli, tu l’hai fatto per me»

Magari anche a te sarà capitato di perdere il cammino, di abbandonare la via che sembrava la più giusta e di attardarti per seguire il tuo istinto e aiutare gli altri.
Forse ti sarai sentito anche tu in ritardo con alcune tappe importanti della tua vita, temendo, magari, di non arrivare mai a destinazione.
Sono convinto che, se lo hai fatto seguendo il tuo cuore, non hai sbagliato.
Guarda cosa è successo a me: per colpa dei miei continui ritardi non sono passato alla storia come i miei colleghi Melchior, Balthazar e Gaspard, ma, grazie alla spontaneità dei miei gesti, sono stato il primo dei risorti in Cristo. Nessuno lo sa, ma non fa alcuna differenza.
Io, l’ultimo dei magi, sono diventato il primo testimone di una nuova era. E il mio cuore è ricolmo di gioia. È questo che conta.

Tuo fratello Artaban

Curiosità

  • Lo smartphone: nell’ultima scena erano presenti alcuni riferimenti alla contemporaneità. Più della corona di filo spinato e della quattordicesima ciotola sulla tavola dell’ultima cena, ha colpito la presenza di uno smartphone accostato al flagello, a ricordarci che, se Pilato fosse un nostro contemporaneo, l’hashtag #eccehomo sarebbe trendtopic e tutti commenteremmo “crocifiggilo”
  • Successo di pubblico e critica: il 33° Presepe nel Pozzo, oltre ad essere stato il più visitato di sempre, ha anche avuto un buon riscontro mediatico, con l’inserimento tra i cinque presepi migliori d’Italia da parte di Tag43 e i ripetuti passaggi su TgCom24 e Studio Aperto
  • Musei in Rete: il presepio è stato allestito nell’ambito degli eventi del progetto «Musei in Rete per il Territorio 2022», realizzato con il contributo della Regione Umbria
  • Da Baldini a Baldini: a collocare la Sacra Famiglia all’interno del Pozzo della Cava, è stato lo speleologo Filippo Baldini, del Gruppo Speleologico CAI Orvieto, nonché figlio di Francesco Baldini, ideatore del primo Presepe nel Pozzo, ormai 33 anni prima

Ideazione – allestimento – realizzazione personaggi – grafica: Marco Sciarra | allestimento speleologico all’interno del Pozzo della Cava: Filippo Baldini | personaggi animatronici: Andrea Giomaro | scenografia: Marco Sciarra – Francesca Montanari | volti, incarnati e trucco: Andrea Giomaro – Samantha Rose-Harker – David Bracci – Sara Catanzaro – Carlo Diamantini – Erica Buzzi – Special Makeup Studio – Creature Studios – Marisa Paisio – Marco Sciarra – Francesca Montanari | Gesù Bambino luminoso: Andrea Giomaro | Foto della Galleria: Marco Mandini (& Co.)