2023-2024
IL CANTO DELL’EROE

Presepe nel Pozzo

Il 34° Presepe nel Pozzo ha proseguito il ciclo di narrazione degli “esclusi”, in cui la Natività è raccontata da personaggi che, per vari motivi, non hanno potuto assistervi dal vivo.

Per l’edizione 2023-2024 il narratore d’eccezione è stato Erode Ascalonita, meglio noto come Erode il Grande, il feroce sovrano mandante della strage degli innocenti.

La sua storia, la “missione” che si era autoimposto, i timori sul figlio Antipatro e i sospetti attorno a Gesù, il figlio di Maria di Nazaret annunciato dai magi.

Un racconto apocrifo rivisitato nello stile delle Natività del Pozzo della Cava, con un finale a sorpresa in uno scenario onirico; una narrazione con frequenti riferimenti alla contemporaneità e alla drammatica cronaca dei conflitti in corso.

 

Dal 23 dicembre 2023 al 7 gennaio 2024

Salve!
Mi chiamo Erode e sono nato ad Ascalona circa 2100 anni fa. Già da fanciullo la mia missione era chiara: sarei stato il più grande e glorioso re di Israele.
Come dite? Non ero di sangue reale? Un dettaglio, mi sarei presto sposato con una discendente dei Maccabei ed avrei così guadagnato il diritto al trono.

Il mio nome significa “canto dell’eroe” ed è perfetto per chi è destinato a vincere ad ogni costo.
Cosa? Perché sono passato alla storia come uno dei più spietati, crudeli e spregiudicati sovrani di sempre? Parlate bene, voi del ventunesimo secolo, ma ai miei tempi, per diventare importanti e famosi bisognava schivare complotti, ordire stratagemmi, annientare nemici, vincere guerre, edificare città, mica bastava mettere la bocca a cuore su Instagram o fare due saltelli su TikTok…

Eccomi qui, 2060 anni fa, finalmente re di Giudea, conosciuto da tutti come Erode il Grande.
Ancora dubbi? Vi chiedete perché si parlasse di me come di un sovrano fantoccio, succube dei Romani? Suvvia, non siate ingenui: era solo invidia per la mia fama. Poi, si sa, molti nemici, molto onore.

Non potevo accontentarmi di aver fatto costruire palazzi, fortificazioni e intere città, dovevo riedificare il tempio di Gerusalemme. Ho voluto che fosse enorme, imponente e sontuoso, per poter essere degno della mia fama.
Come dite? Perché avevo messo l’aquila di Roma sull’ingresso principale del tempio? Ma davvero avete l’ardire di criticare chi ha fatto fare nientemeno che la casa di Dio?

E questo è mio figlio Antipatro, stupido e ingrato come pochi. Pensate che si spacciava per un messaggero di Dio per insidiare le giovani vergini della scuola del tempio. Si era perfino sparsa la voce che ne avesse messa incinta una, una tale Maria di Nazaret.
Come ho accolto la notizia? Bene: quando le voci giunsero a me, la ragazza era già stata cacciata dal tempio ed io potei di nuovo dedicarmi totalmente alla mia missione.

Pochi mesi dopo, però, alcuni astrologi che giungevano da oriente mi dissero che una certa Maria stava per dare alla luce il nuovo re dei Giudei, annunciato da una stella. Capii subito che doveva essere proprio il figlio di quello sciagurato di Antipatro.
Perché avevo tanta paura di quel mio nipote illegittimo? Ma perché Maria era della stirpe di Davide e quel bambino avrebbe potuto togliere il trono ad un Maccabeo come me in qualsiasi momento. La mia missione era in pericolo.

Non c’era alternativa: dovevo far sparire quel bambino, ovunque si trovasse. Per questo ordinai di uccidere i primogeniti sotto i due anni in tutta la Giudea.
Cosa? Come dite? Quei “poveri innocenti”?!? Che volete che siano pochi lattanti sconosciuti per uno che ha fatto giustiziare una moglie, tre cognati, una suocera, tre figli e qualche centinaio di oppositori pur di portare avanti la propria missione!

Ovviamente saprete che non riuscii ad uccidere quel Gesù, così come avrete saputo dalla storia che non era certo il mio trono ad interessargli.
Ma è andata così.

Come tutti, anche io morii, e successe tra atroci dolori e col mio corpo divorato dai vermi.

Prima di spirare, feci convocare alcuni di quei pastori che avevano assistito alla nascita di Gesù.

Volevo capire quale fosse la forza che li attirò in una stalla puzzolente.

Cosa mi dissero?

Mi risposero che quella notte il cielo era entrato in una grotta.

E ora vi mostro come provai a immaginarmelo nel mio delirio.

Ho sbagliato, lo dice la storia e me ne sono reso conto solo dopo la fine.
La forza che attirò i pastori, i magi, i discepoli e poi migliaia di credenti era l’amore.
Io invece avevo anteposto la mia gloria ad ogni cosa, dedicandole ogni mio gesto e ogni mio respiro.

Ho sbagliato, non capendo che non vale la pena lottare per nessuna missione che non contempli l’amore.

Su, forza, biasimatemi pure, come sicuramente siete abituati a fare con tanti altri “mostri” della storia.
Ma, prima di giudicarci, per favore, pensate bene a come voi, dopo più di duemila anni, avete fatto tesoro dei nostri errori.
Siete riusciti a portare pace e amore ovunque o, forse, anche negli ultimi mesi, ci sono state, magari dalle mie parti, nuove e ben più numerose stragi di innocenti?

«Da questo vi riconosceranno come miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri»
[Gesù di Nazaret, Vangelo di Giovanni 13, 35]

Curiosità

  • I social: come l’anno precedente con lo smartphone, anche in questa edizione erano presenti riferimenti alla contemporaneità, sia nella narrazione che si riallacciava ai conflitti in corso, sia nell’allestimento, con i simboli dei principali social network inseriti in una colonna trasparente, a ricordare la caducità della notorietà “contemporanea” 
  • Musei in Rete: il presepio è stato allestito nell’ambito degli eventi del progetto «Musei in Rete per il Territorio 2023», realizzato con il contributo della Regione Umbria
  • Da Baldini a Baldini: per il secondo anno consecutivo, ad allestire la scena all’interno del Pozzo della Cava, con Erode sospeso ad oltre 30 metri dalla sorgente, è stato lo speleologo Filippo Baldini, del Gruppo Speleologico CAI Orvieto, nonché figlio di Francesco Baldini, ideatore del primo Presepe nel Pozzo

Ideazione – allestimento – realizzazione personaggi – grafica: Marco Sciarra | allestimento speleologico all’interno del Pozzo della Cava: Filippo Baldini | personaggi animatronici: Andrea Giomaro | scenografia: Marco Sciarra – Francesca Montanari | volti, incarnati e trucco: Andrea Giomaro – Samantha Rose-Harker – David Bracci – Sara Catanzaro – Carlo Diamantini – Erica Buzzi – Special Makeup Studio – Creature Studios – Marisa Paisio – Marco Sciarra | Foto della Galleria: Marco Mandini (& Co.)