Sabato 23 dicembre apre i battenti il Presepe nel Pozzo, in una edizione ricca di sorprese sotto diversi aspetti.

Ad iniziare dal tema, che prosegue il ciclo degli “Esclusi”, dove a narrare la Natività è qualcuno che non è riuscito ad assistervi: dopo il successo del commovente “quarto magio” dell’allestimento passato, quest’anno si cambia completamente rotta, dal cuore alla testa, scomodando nientemeno che Erode il Grande, il mandante della strage degli innocenti (maggiori dettagli qui).

Un viaggio in nove tappe, raccontate da un folle spregiudicato che voleva essere il più noto dei re di Israele, ossessionato dal dubbio che Gesù fosse suo nipote, fino al sorprendente finale nell’ultima grande grotta del complesso archeologico del Pozzo della Cava, da quest’anno inserito nella Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua dell’Unesco.

Non mancheranno riferimenti alla contemporaneità e ai social, dato che il nostro Erode pare conoscere meglio i nostri difetti che i suoi, instaurando un vero e proprio dialogo coi visitatori.

A fare da colonna sonora al finale, uno struggente brano cantato da Pietra Montecorvino, che si è dichiarata onorata per la scelta.

Non manca, ovviamente, qualche conferma, nell’ormai tradizionale stile del Presepe nel Pozzo: le grotte ospitano istallazioni con personaggi semoventi a grandezza naturale, frutto del lavoro di esperti artisti degli effetti speciali, come Andrea Giomaro, che quest’anno ha realizzato alcuni voti e un bellissimo serpente di oltre due metri.

Tra le conferme, anche una parte dell’allestimento all’interno del Pozzo della Cava. A calarsi, appeso ad una corda, per collocare Erode sospeso ad oltre 30 metri dalla sorgente, è stato lo speleologo Filippo Baldini, del Gruppo Speleologico CAI Orvieto, nonché figlio di Francesco Baldini, ideatore del primo Presepe nel Pozzo, ormai 34 anni fa.

Da sottolineare come novità e conferme siano tutte legate da un filo invisibile, che si dipana via via, tra i resti etruschi, medievali e rinascimentali dei sotterranei e che si rivela in tutta la sua potenza solo alla fine: l’assenza dell’amore, contro cui irrompe il messaggio di un Gesù inerme ribaltando la lettura della storia.

Insomma, gli elementi per sorprendere ci sono tutti, sappiamo che la sfida è grande, anzi, enorme. Siamo però speranzosi di riuscire a colpire i pensieri dei visitatori, che potranno venire tutti i giorni tra le 10 e le 20 (ultimo ingresso alle 19,45) fino al prossimo 7 gennaio incluso.

L’evento rientra nei programmi “A Natale regalati Orvieto” del Comune di Orvieto, “Natale alla Cava” dell’Associazione Culturale “La Cava e i Cavajoli” e “Musei in Rete per il Territorio”, realizzato con il contributo della Regione Umbria.