Venerdì 23 dicembre apre i battenti il Presepe nel Pozzo, in una edizione totalmente nuova sotto molteplici punti di vista.
Ad iniziare dal tema, che inaugura il ciclo degli “Esclusi”, dove a narrare la Natività è qualcuno che non è riuscito ad assistervi: quest’anno tocca ad Artaban, il quarto magio, che ci accompagna nei sotterranei etruschi e medievali del Pozzo della Cava in un viaggio in undici tappe, raccontandoci le sue speranze, i suoi ritardi e i suoi iperbolici slanci di generosità (maggiori informazioni qui).
Altra grande innovazione è lo stile della scena conclusiva: l’ultima grande grotta pone il visitatore di fronte ad uno scenario completamente inusuale, spoglio, quasi irreale e con forti contaminazioni con la contemporaneità. Per il 33° anno abbiamo voluto soffermarci sul mistero della morte e della resurrezione, ponendo l’accento sull’attualità del messaggio di Gesù, e lo abbiamo fatto anche visivamente, ricorrendo a simboli forti come uno smartphone, il filo spinato e un Gesù Bambino candido realizzato dal maestro degli effetti speciali Andrea Giomaro avvalendosi dell’uso di scanner e stampanti 3D.
Non manca però qualche conferma, nell’ormai tradizionale stile del Presepe nel Pozzo: le prime grotte ospitano istallazioni con personaggi a grandezza naturale e l’adorazione dei Magi, dislocata tra la cisterna etrusca e la cantina medievale, è completamente animata.
Tra le conferme, anche un piacevole “ritorno alle origini”, con la Natività posizionata all’interno del Pozzo della Cava. A calarsi, appeso ad una corda, per collocare la Sacra Famiglia nella grotticella sospesa ad oltre 30 metri dalla sorgente, è stato lo speleologo Filippo Baldini, del Gruppo Speleologico CAI Orvieto, nonché figlio di Francesco Baldini, ideatore del primo Presepe nel Pozzo, ormai 33 anni fa.
Da sottolineare come novità e conferme siano tutte legate da un filo invisibile, che si dipana via via, tra i resti etruschi, medievali e rinascimentali dei sotterranei e che si rivela in tutta la sua potenza solo alla fine: l’amore, vissuto come il vero messaggio dirompente di un Gesù percepito anche nella sua assenza e che dà senso al Natale e alla vita.
Insomma, gli elementi per sorprendere ci sono tutti, sappiamo che la sfida è grande, anzi, enorme. Siamo però speranzosi di riuscire a colpire il cuore dei visitatori, che potranno venire tutti i giorni tra le 9 e le 20 (ultimo ingresso alle 19,45) fino al prossimo 8 gennaio incluso.
L’evento rientra nei programmi “A Natale regalati Orvieto” del Comune di Orvieto, “Natale alla Cava” dell’Associazione Culturale “La Cava e i Cavajoli” e “Musei in Rete per il Territorio”, realizzato con il contributo della Regione Umbria.