2016-2017
I QUARANTA GIORNI

Il 28° Presepe nel Pozzo ha aperto il filone dei “testimoni”, in cui alcuni personaggi comprimari raccontano la Natività dal loro punto di vista.

La prima narratrice è stata Anna, figlia di Fanuele, una vecchia profetessa, vedova da sempre, dedita all’educazione delle fanciulle affidate al Tempio di Gerusalemme, inclusa una giovanissima Maria di Nazaret.
È lei a raccontarci i quaranta giorni tra il primo Natale e la presentazione di Gesù al Tempio.
La profetessa assistette all’incontro tra Simeone e Gesù bambino, senza però comprendere appieno la gioia e la serenità del vecchio profeta, che fu felice, dopo quel mistico episodio, di consegnare la propria vita all’Onnipotente.
Le sarebbe servito ancora tanto tempo per comprendere il senso della Salvezza e la potenza della Fede.

Dal 23 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017

Shalom! Sono Anna, figlia di Fanuele, e sono vissuta a Gerusalemme venti secoli fa. All’epoca dei fatti che vi sto per narrare avevo già 84 anni. Sebbene tutti mi chiamassero “la profetessa”, c’era un profeta, al Tempio, molto più vecchio e saggio di me: il suo nome era Simeone e voglio raccontarvi i suoi ultimi quaranta giorni. Lo avevo conosciuto quando, rimasta vedova appena ventenne, ho deciso di dedicare la mia vita al Signore, servendolo con digiuni, preghiere e lavoro. Il mio compito era quello di educare le bambine che venivano affidate  al Tempio. Una mattina Simeone era particolarmente agitato, sapeva dell’arrivo di una fanciulla speciale: si chiamava Maria e veniva da Nazaret. Entrambi sapevamo che la vita di quella ragazzina sarebbe stata attraversata dalla Parola di Dio come una spada trapassa le carni. Fu quel giorno Simeone che mi confidò che aveva ricevuto la più attesa delle profezie: sarebbe rimasto in vita tanto a lungo da poter incontrare l’uomo che sarebbe stato la Salvezza delle Genti.

Sapevamo entrambi che il Messia sarebbe venuto al mondo in una grotta di Betlemme, e che si sarebbe chiamato Gesù. Sua madre fu proprio Maria di Nazaret, la più abile e devota filatrice di bisso per i drappi porpora del Santo dei Santi che io avessi mai conosciuto. Simeone aveva previsto con estrema precisione la nascita di Gesù, e sapeva perfino che di lì a poco i pastori sarebbero stati avvisati da un angelo e si sarebbero incamminati verso la grotta. Ma il vecchio saggio non volle unirsi a coloro che andavano a far visita al bambino, sebbene gli avessi fatto preparare un carro e dei cavalli e mi fossi offerta di accompagnalo assieme ad altri servitori. Preferì rimanere al Tempio, pregando e volgendo gli occhi al cielo.

A sette giorni esatti dalla sua nascita, Gesù fu circonciso*, come un qualsiasi bambino ebreo, sebbene non ci fosse nessun bisogno di rendere figlio di Abramo colui che era già Figlio di Dio. Simeone non volle andare ad assistere alla cerimonia. Rimase nel Tempio, pregando e pregustando il momento dell’incontro. Anche tre magi, venuti da molto lontano, avevano previsto la nascita di Gesù e si erano incamminati seguendo la stella che tutti noi profeti stavamo aspettando. Quando i tre studiosi passarono davanti al Tempio, dopo essere stati da Erode, il vecchio Simeone li fermò e indicò loro la via per Nazaret, raccomandandosi di non tornare dal re. I tre astrologi si offrirono di portarlo con loro a far visita al bambino, ma neanche quella volta Simeone abbandonò il Tempio. Sapeva che un angelo aveva avvisato Maria e Giuseppe, suo sposo, di fuggire lontani, per evitare che Erode, allertato dalla visita dai magi, uccidesse il bambino.Ma nemmeno allora il vecchio saggio temette di non riuscire a vedere Gesù.

Sapeva che, prima di incamminarsi verso l’Egitto, sarebbero passati tutti e tre al Tempio, come una qualsiasi coppia che avesse avuto un bambino. Maria non doveva purificarsi, poiché aveva partorito restando vergine. Giuseppe non doveva riscattare il primogenito, offrendolo al Tempio e ricomprandolo, perché quel figlio sarebbe sempre appartenuto al Padre Celeste. Gesù non doveva essere consacrato al Tempio, perché era già santificato dallo Spirito Santo. Eppure Maria e Giuseppe condussero il figlio al Tempio di Gerusalemme, recando come obolo due colombe, l’offerta riservata ai poveri.

*dal Concilio Vaticano II la festività della circoncisione di Gesù, che cadeva il 1° gennaio, è stata sostituita con la festa di Maria Santissima Madre di Dio

Era l’alba del quarantesimo giorno dalla nascita di Gesù. Maria e Giuseppe arrivarono al Tempio prestissimo, prima dei cambiavalute e dei mercanti. Nemmeno i sacerdoti erano scesi nei cortili, solo Simeone stava ad attenderli alla Porta Corinzia. Non avevo dormito tutta la notte per non perdermi il loro arrivo. Fu allora che compresi perché il vecchio saggio aveva aspettato tanto. L’incontro con quel bambino valeva più di tutti gli anni passati a lodare il Signore e a compiere sacrifici. Il volto di Dio, negato a Mosè, diventava visibile a tutti. L’Onnipotente si era fatto piccolo e indifeso e gli stava in braccio. Simeone era come rapito, in estasi, contemplando la Luce delle Genti*. Fu in quel momento che sentii distintamente la sua anima cantare.

*dalla consuetudine di benedire delle piccole candele, simbolo di Gesù Luce del Mondo, la ricorrenza della Presentazione al Tempio viene comunemente detta “Candelora”

Simeone, stanco di giorni e di storie, aveva ringraziato il Signore per quell’incontro, mettendo la propria vita nelle sue mani. Prima di chiudere gli occhi, però, aveva annunciato a Maria che una spada le avrebbe attraversato la vita: quella spada era la Parola di Dio, di quel Dio fatto bambino che sarebbe stato Segno di Contraddizione. Dopo diversi anni vidi di nuovo Gesù a Gerusalemme, prima accolto trionfalmente, poi tradito, legato, flagellato, riempito di sputi e calunnie, crocifisso e deriso. Vidi anche Maria di Nazaret, che era diventata la sua prima discepola, assistere impassibile alle torture e alla crocifissione, sebbene sembrasse che l’Onnipotente l’avesse abbandonata. Dov’era l’Angelo che le aveva dato l’annuncio? A cosa era servito il suo parto virginale? Qual era il senso del tripudio dei pastori? E dell’adorazione dei magi? Dov’era il regno di Dio tanto decantato? Passarono tre giorni e ogni mio dubbio svanì, ogni nube si dissolse. Fu allora che compresi perché ero vissuta ancora così a lungo e fui serena di consegnare la mia vita a Dio. Era proprio vero che Simeone era stato un profeta migliore di me: a me erano serviti trentatré anni per comprendere il senso della Salvezza, a lui erano bastati quaranta giorni.

Curiosità

  • La Natività all’interno del Pozzo: la ventottesima edizione nel nostro presepio ha rivisto, dopo ben quattrodici anni, la scena della Natività all’interno del Pozzo della Cava, allestita dallo speleologo Marco Santopietro
  • Il Simeone orvietano: per impersonare Simeone il vecchio sul materiale promozionale de “I Quaranta Giorni” abbiamo scelto il volto di uno dei figuranti più anziani del Corteo Storico del Corpus Domini di Orvieto: il mitico Sergio Riccetti
  • Giuni Russo: per la scena della presentazione al Tempio abbiamo scelto una colonna sonora piuttosto inusuale: il brano “La sua Figura” di Giuni Russo, che ha reinterpretato in maniera sublime le parole di San Giovanni della Croce, aumentando l’atmosfera mistica dell’incontro tra Simeone e Gesù
  • Voyager: l’allestimento del Presepe nel Pozzo 2016-2017 è iniziato con qualche giorno di ritardo, per consentire le riprese di un documentario di Voyager sui sotterranei orvietani, andato in onda su RaiDue il 4 gennaio 2017

Ideazione – allestimento – realizzazione personaggi – grafica: Marco Sciarra | allestimento della Natività all’interno del Pozzo della Cava: Marco Santopietro | personaggi animatronici dell’adorazione dei Magi: Andrea Giomaro | Gesù Bambino della Circoncisione: Samantha Rose-Harker | volti, incarnati e trucco: David Bracci – Sara Catanzaro – Carlo Diamantini – Erica Buzzi – Special Makeup Studio – Creature Studios – Marco Sciarra – Francesca Montanari | colonne del tempio e cartelli: Marco Sciarra – Francesca Montanari (con qualche incursione di Matteo e Filippo Sciarra) | testimonial del materiale pubblicitario: Sergio Riccetti