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2017-2018
IL SEGNO
Spaziando tra Vangeli canonici e apocrifi, con intensi richiami alla tradizione ebraica delle origini, abbiamo seguito la gravidanza della Vergine fino al parto (e oltre) avendo come voce narrante Zohara, l’asina della casa di Maria, e come filo conduttore il pane e le ciliegie, che rappresentano, tra l’altro, l’augurio di una lunga vita ricca e serena. È nato così il secondo presepio del ciclo dei «Testimoni».
Dal 23 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018
Shalom! Sono Zohara e sono un’asina! All’epoca dei fatti che vi sto per raccontare ero una giovane puledra, appena comprata alla fiera di Cana da Gioacchino di Nazaret, per farne la dote della figlia Maria, che tutti chiamavano “Duvdevan”, che vuol dire “ciliegia”, sia perché ne era ghiottissima, sia perché era così timida che le sue guance diventavano spesso rosse come le ciliegie mature. Non so se sapete che noi asini, con le nostre lunghe orecchie, riusciamo ad ascoltare la voce degli angeli: quando ci fermiamo di scatto e non obbediamo ai comandi del nostro padrone, non è perché siamo cocciuti e stupidi, ma è perché stiamo sentendo qualcosa di soprannaturale, che sfugge ai sensi di voi umani.
Quando arrivai a casa di Maria avevo già ascoltato degli angeli, ma nessuno aveva una voce dolce e decisa come quello che apparve alla mia giovane padrona. Io ero lì, ho ascoltato tutto il suo messaggio ed ho pianto per l’emozione: era la prima volta che una creatura celeste annunciava una nascita ad una donna. E quella donna era la mia giovane padrona. E quella nascita era la nascita delle nascite.
Maria ebbe una gravidanza serena. Come molte ragazze incinte ebbe delle voglie: aveva ogni giorno fame di pane e ciliegie, il suo cibo preferito. Nessuno sapeva spiegarsi come facesse a trovare sempre, sul suo cammino, un albero con una fonda di ciliegie mature, anche nei mesi più freddi. Naturalmente per me e per gli altri asini non c’erano misteri: sentivamo senza problemi il canto dell’angelo che precedeva i suoi passi.
Quando portai Maria da sua cugina Elisabetta, l’asino di Zaccaria mi raccontò che anche lì era apparso, diversi mesi prima, un angelo ad annunciare la nascita di un figlio. Maria assistette la vecchia parente durante il parto e la aiutò ad accudire il piccolo Giovanni. A lei Zaccaria riservò l’onore di tenere in braccio il figlio durante la cerimonia della circoncisione. Quando tornammo a Nazaret, Giuseppe non volle portarmi a casa sua, come era giusto fare con la dote della promessa sposa. Rifiutò me e decise di ripudiare Maria, perché era incinta. Una notte fui svegliata da strani suoni che provenivano dalla casa di Giuseppe. La mia stalla era chiusa, ma tesi l’orecchio e sentii distintamente la voce di un angelo che chiedeva al falegname di non ripudiare la mia padrona.
Giuseppe e Maria si sposarono e, poco dopo, li accompagnai in Giudea per il censimento. Portai sulla mia groppa la mia padrona, oramai al termine della sua gravidanza. Quando iniziò il travaglio, ci fermammo in una stalla vicino Betlemme, perché una partoriente è impura per la legge di Yahweh e non può stare con il resto della carovana. Naturalmente sapete che quella fu una notte straordinaria, con gli angeli che annunciarono ai pastori la nascita del Messia dicendo: «Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». Quello era il SEGNO. Ma forse non avete mai pensato che io fui la prima a vedere quel segno. Nella stalla dove avevamo trovato riparo, eravamo solo io e Maria, mentre Giuseppe stava cercando una levatrice tra i pastori accampati lì attorno. Solo io ho visto Maria partorire. Solo io ho osservato con quanta dolcezza e determinazione quella giovane donna tagliò il cordone ombelicale col coltello che si era fatta lasciare da Giuseppe. Solo io la sentii cantare mentre cullava Gesù.
Alla sua voce si unirono quelle degli angeli e una semplice ninnananna divenne un inno alla vita e alla speranza.
Pensavo che quello fosse il giorno più bello e più importante della mia vita, ma mi sbagliavo.
Diversi anni dopo ho vissuto un giorno ancora più bello: quando diedi alla luce il piccolo Siman, un puledro robusto e vivace.
E non molto tempo dopo assistetti ad un fatto ancor più importante: Gesù entrò a Gerusalemme sul dorso del mio Siman.
Che grande orgoglio per una madre vedere suo figlio adempiere le scritture del profeta Zaccaria: «Esulta, figlia di Gerusalemme! Ecco, viene a te il tuo re. Egli è giusto, vittorioso e umile. Cavalca un puledro figlio d’asina».
Quello era il SEGNO.
Curiosità
- Gli asini veri: i “volti” del materiale promozionale del 29° Presepe nel Pozzo sono state le asinelle dell’Agriturismo Colbadia di Orvieto, grazie alla disponibilità della famiglia Stramaccioni
- …e l’asina finta: l’asinella animatronica, consegnata a ridosso dell’apertura del Presepe, è stata realizzata magistralmente da Andrea Giomaro, artista marchigiano degli effetti speciali e dei parchi a tema
- Grazia Di Michele: dopo aver visitato il Pozzo della Cava alcuni anni fa, la famosa cantante Grazia Di Michele ha concesso l’uso di una sua canzone come ninna-nanna per il presepio 2017-2018; “Pane e Ciliegie” è stata riarrangiata e cantata a cappella per l’occasione dalla giovane e brava Chiara Dragoni
Ideazione – allestimento – realizzazione personaggi – grafica: Marco Sciarra | asino semovente e personaggi animatronici della circoncisione di Giovanni: Andrea Giomaro | Gesù Bambino: Samantha Rose-Harker | volti, incarnati e trucco: David Bracci – Sara Catanzaro – Carlo Diamantini – Erica Buzzi – Special Makeup Studio – Creature Studios – Marco Sciarra – Francesca Montanari | colonne del tempio e cartelli: Marco Sciarra – Francesca Montanari (con qualche incursione di Matteo e Filippo Sciarra) | arrangiamento della canzone di Grazia di Michele e voce: Chiara Dragoni | consulente su nomi e tradizioni ebraiche: Yaron Munza | asinelle del materiale pubblicitario: Famiglia Stramaccioni (Agriturismo Colbadia – Orvieto)